Se non hai una buyer persona, probabilmente no. E questo potrebbe essere un problema per la tua comunicazione.
Hai presente quando parli, parli, parli… ma nessuno ti ascolta? Magari stai parlando con la persona sbagliata. Oppure – peggio ancora – non hai idea di chi dovresti parlare davvero.
Benvenuto nel magico mondo delle buyer persona, uno degli strumenti più sottovalutati ma potentissimi del marketing. Non è un cliente reale, ma ti aiuta a conquistare quelli veri. Un po’ come un amico immaginario che ti consiglia cosa dire, come dirlo e quando.
Cosa sono le buyer persona?
Le buyer persona sono rappresentazioni semi-fittizie del tuo cliente ideale, basate su dati reali e su un pizzico di empatia strategica. Non si tratta solo di età, genere o lavoro. Si tratta di desideri, paure, abitudini, valori e… pure di che tipo di caffè preferisce (se è un cappuccino alle 15, forse non è il tuo pubblico).
Perché dovresti crearle?
Perché altrimenti rischi di buttare tempo e budget parlando a qualcuno che non ti capisce o, peggio, non ti vuole ascoltare. Con una buyer persona ben fatta:
- scrivi contenuti più efficaci
- costruisci offerte più mirate
- migliori il tono di voce della tua comunicazione
- aumenti conversioni e fidelizzazione
Insomma, ti capiscono e comprano. Niente male, no?
Come si crea una buyer persona (senza impazzire)?
Ecco una mini guida smart e simpatica per cominciare:
- Raccogli dati
Usa sondaggi, interviste, Google Analytics, CRM, social… anche la nonna se conosce il tuo pubblico. - Analizza i comportamenti
Cosa cercano? Come si informano? Dove trascorrono il loro tempo online? E soprattutto: cosa li fa cliccare? - Dai un volto (e un nome)
Umano è meglio: chiamala Sara, Luigi, Federica. Aggiungi un’età, una professione, un obiettivo, una frustrazione. - Mettici empatia
Non stai costruendo un robot. Stai cercando di capire una persona. Più dettagli metti, più reale sarà.
Quante buyer persona servono?
Dipende. Se vendi solo un tipo di servizio molto specifico, potrebbe bastarne una. Ma se hai più linee di prodotto, o target molto diversi… allora sì, ne servono di più (ma non 47, non esageriamo).
E poi?
Una volta che hai le tue buyer persona, usale davvero. Non lasciarle in una presentazione dimenticata sul desktop. Fallo diventare il punto di partenza di ogni strategia: copy, campagne, tone of voice, offerta.
La buyer persona non è un vezzo da marketer, ma una bussola. Ti aiuta a orientarti nel mare della comunicazione digitale senza andare alla deriva. E fidati: quando inizi a parlare davvero con le persone giuste, il marketing diventa molto più semplice (e divertente).
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